mercoledì 12 dicembre 2012

Quattrino denuncia le agenzie di rating



ALLA PROCURA DELLA REPUBBLICA
PRESSO IL TRIBUNALE DI ROVERETO
DENUNCIA PENALE
PRESENTATA DA QUATTRINO ADRIANA IN RAPPRESENTANZA DEL NUOVO PARTITO POPOLARE CON P.P.E
RESIDENTE IN SEBORGA, IMPERIA, CORSO LEONE BERNARDO 14, DOVE ELEGGE DOMICILIO
REATI: 241, 270, 289 CP, 90 2°C. COST.
MEDIANTE VIOLENZA
LUOGO DI COMMISSIONE: TERRITORIO NAZIONALE
TEMPO DI COMMISSIONE: IN CORSO
AUTORI: RESPONSABILI DI FITCH, STANDARD AND POOR'S, MOODY'S, GOLDMAN SACHS E ALTRI IN CONCORSO, DA INDIVIDUARSI TRA CAPI DI STATO, DI GOVERNO E DI BANCHE CENTRALI E DI ALTRE ISTITUZIONI MONETARIE, PUBBLICHE E PRIVATE
Quattrino Adriana, nata a Imperia il 13.07.46, res. in Seborga, corso Bernardo Leone 14, in proprio e nella sua suindicata qualità  di presidente del NUOVO PARTITO POPOLARE con Ppe richiedendo di essere informata in caso di richiesta di archiviazione,

ESPONE
Dall'inizio degli anni '80 e tutt'oggi, operando sul territorio nazionale e all'estero, al fine di acquisire il dominio finanziario e politico sulla Repubblica e sul suo popolo, nonché di rilevarne gli assets strategici a vil prezzo col produrre situazioni idonee a indurne la svendita per necessità, le entità suindicate, cioè le principali agenzie di rating e le grandi banche manipolatrici dei mercati, con la complicità libera o coartata di soggetti politici e organi costituzionali, mediante condotte integranti i reati di aggiotaggio, truffa, manovre speculative, nonché mediante violenza consistita nelle orchestrate pressioni sui corsi delle valute, sui tassi sul debito pubblico, nella creazione di crisi bancarie, e con la preordinata e attuata riduzione del money supply al Paese, che ha determinato diffuse disoccupazione, insolvenze, riduzioni dei livelli salariali, pensionistici, creditizi e dei pubblici servizi, nonché danni erariali per maggiori oneri di servizio del debito pubblico, nonché allarme, angoscia e sofferenza nell'intera popolazione, nonché numerosi suicidii per disperazione economica, quindi anche con violenza su organi costituzionali atta a coartarne l'azione, hanno imposto alla Repubblica una serie di atti (la Riforma della Banca d'Italia, l'adesione al Trattato di Maastricht, al Trattato di Lisbona, al SEBC, al Fiscal Compact, al MES), idonei e indirizzati a sottoporre la Repubblica, in rapporto di totale subordinazione gerarchica, a soggetti esterni ad essa, sopraordinati ad essa, non espressi dalla volontà democratica del popolo italiano, non sottoponibili a sindacati giudiziari di legittimità e responsabilità, così da privare la Repubblica della sua indipendenza; soggetti in cui la Repubblica è sottoposta al potere decisionale prevalente e insindacabile di soggetti stranieri; e ciò al di fuori delle ipotesi dell'art. 11 Cost., perché non sono rispettati i requisiti di paritarietà nonché di finalità di giustizia o di pace, trattandosi di organismi sovraordinati (che decidono sulla politica italiana univocamente, senza reciprocità), e aventi carattere finanziario (finalizzati istituzionalmente alla difesa del potere d'acquisto dell'euro quoad BCE e all'imposizione di parametri finanziari quoad MES).

Stante il ricorrere dell'estremo della violenza, quanto sopra integra i reati di Attentato contro l’indipendenza dello Stato (articolo 241), di Associazione sovversiva diretta a sovvertire l’ordinamento dello Stato (articolo 270), né di Associazione con finalità di eversione dell’ordine democratico, né di Attentato contro gli organi costituzionali (articolo 289), di Alto tradimento (articolo 90, 2° comma, della Costituzione, a carico del capo dello Stato).

Si noti che l’elemento della violenza non era richiesto nella formulazione originale di questi articoli. È stato introdotto dalla Legge n. 85 del 24 febbraio 2006, denominata “Modifiche del Codice Penale in materia di reati di opinione”. In realtà, il legislatore del 2006 verosimilmente non mirava ad aumentare la libertà di opinione, ma a legittimare l’attentato alla libertà e all’indipendenza dello Stato, la sovversione del suo ordinamento, l’eversione dell’ordine democratico, che erano in via di esecuzione. Riformulando quegli articoli, si sapeva dove si voleva arrivare: a proibire la rivoluzione ma a legittimare il colpo di Stato, il colpo di palazzo – cioè legittimare la violazione della costituzione da parte del potere costituito in favore degli interessi speculativi privati, al fine di instaurare un ordinamento coercitivo dell'oligopolio bancario sui popoli. Cionondimeno devesi considerare come violenza, ai fini della ravvisabilità dei predetti reati, anche quella compiuta mediante manipolazioni dei mercati e altri mezzi finanziari, atti e diretti a destabilizzare l’economia o le finanze del Paese, come le manovre per far impennare lo spread o crollare i titoli di Stato, e simili. Oltre ai reati predetti, si può pertanto ipotizzare il reato di eversione della Costituzione e di attentato all’indipendenza della Repubblica, perpetrati dai soggetti finanziari in epigrafe, dal ministro, dai parlamentari e dal Capo dello Stato presentando, votando e promulgando la suddetta legge, diretta contro principi fondanti e immodificabili dell’ordinamento, quali la sovranità del popolo.

In ogni caso, le norme codicistiche suindicate sono costituzionalmente illegittime e vanno caducate nella parte in cui richiedono, al fine della sussistenza dell'illecito, l'estremo della violenza, perché l'inserzione di tale estremo legittima comportamenti che, seppur esenti da violenza fisica, e seppur formalmente conformi alle norme costituzionali disciplinanti la attività legislativa, sono in contrasto coi principi fondamentali della Costituzione, quali l'art. 1 e l'art. 138.

I reati di cui sopra vanno inquadrati nel complessivo e illecito assetto ed esercizio del potere monetario, ossia del potere di regolare la quantità di moneta disponibile nel sistema, le condizioni di disponibilità, i tassi di interesse, la destinazione del denaro prodotto, e il reddito derivante dalla produzione di denaro, cioè sia della moneta legale (banconote e conio) che della moneta creditizia, prodotta dalle banche commerciali in via privata. Nell'Italia attuale, che la privatizzazione del potere monetario e i livelli di indebitamento hanno reso politicamente dipendente dal rifinanziamento concesso dai mercati secondari e dai tassi da esso fissati, solo l'8% circa del money supply è erogato dalla BCE, mentre il resto è creazione del sistema bancario privato, con la conseguenza che questo è divenuto arbitro delle sorti economiche e politiche, nonché sociali, del Paese. Si noti che tale assetto è incompatibile con la stessa legge bancaria vigente, che autorizza le banche di credito, sono autorizzate all’esercizio del credito (ossia al prestito della raccolta, al prestito di denaro già esistente) ma non alla creazione di mezzi monetari (DLT 385/1993 art. 10, c. 1: La raccolta di risparmio tra il pubblico e l'esercizio del credito costituiscono l'attività bancaria), e che l’emissione di promesse di pagamento bancarie scoperte, o coperte solo in minima parte (pratica in cui si sostanzia, in generale e in questo caso particolare, l’erogazione del c.d. credito bancario) è un atto non di esercizio del credito, ma di creazione di mezzi monetari.

Lo studio di numerosi giuristi ed economisti, italiani e stranieri, conferma quanto già da molto tempo compreso da studiosi e statisti in tema di moneta, reddito monetario e sovranità politica. Si rinvia in particolare ai qui allegati saggi di Bruno Tarquini e Marco Della Luna. In questo atto si espone la trama di una progressiva, e per lo più ormai perpetrata, sovversione dell’ordinamento costituzionale con assoggettamento dello Stato (e del popolo) a un potere privato basato sulla gestione privata dell’offerta di denaro (money supply) e del debito pubblico. Il sistema bancario, in mano a finanzieri privati, ha esautorato lo Stato e le istituzioni democratiche e rappresentative, spogliandoli della sovranità e della stessa indipendenza, e sottomettendoli all’interesse e alla volontà dei propri capi, per lo più stranieri. Inoltre, il debito pubblico è illegittimo e incostituzionale, fraudolento, nascendo dall’uso di questo potere monetario da parte di soggetti privati (la Banca d’Italia è in realtà una spa a capitale privato e autocratica, la cui compagine proprietaria è illegittima rispetto allo statuto, che impone [art. 3] una maggioranza pubblica; la BCE è pure autocratica ed è proprietà delle banche centrali nazionali, pure per lo più controllate da privati). Quest’uso del potere di emissione monetario consiste nel fatto che la Banca Centrale di emissione cede allo Stato (direttamente o mediante l’interposizione di SIM in funzione di foglie di fico) banconote, non coperte da oro o altre valute né in questi convertibili, quindi a costo puramente tipografico per la banca stessa, contro la cessione di titoli del debito pubblico soggetti a interesse passivo. I titoli e l’interesse vengono pagati con le tasse, quindi gravano sui contribuenti e sullo Stato, mentre vanno ad arricchire gli azionisti privati delle banche di emissione, sebbene queste nulla diano in termini di valore, in cambio di questo corrispettivo. Le banconote emesse non costituiscono alcuna obbligazione nei confronti delle banche emittenti. l valore del denaro, ossia il suo potere di acquisto, non è dato dalla banca di emissione bensì dal mercato (Stato, cittadini, impresa, consumo). Quindi lo Stato viene usato, attraverso ministri e funzionari inconsapevoli o collusi o ricattati, da banchieri privati per arricchirsi a spese del popolo. L’arricchimento è grosso modo pari al debito pubblico contratto dallo Stato e dalle PA verso le banche suddette. Lo Stato potrebbe emettere le banconote in proprio, esattamente come emette in proprio le monete metalliche, e come emetteva i biglietti di Stato di 500 Lire (negli USA, l’amministrazione Lincoln e l’amministrazione J.F. Kennedy emettevano pure United States Notes, ossia biglietti governativi).
In tal modo non produrrebbe debito pubblico.
Lo Stato, i Ministeri, le istituzioni sono quindi ridotti a strumento manovrato dalla finanza privata sopranazionale per lo sfruttamento del lavoro del popolo.Le leggi dello Stato che cedono alla Banca d’Italia, alla BCE e a qualsiasi soggetto diverso dallo Stato l’esercizio della sovranità monetaria,violano l’art. 1 della Costituzione (principio della sovranità nazionale) e non si giustificano con l’art. 11 (che consente solo limitazioni, non già cessioni, della sovranità; e solo per tutela della pace, non dell’economia, del potere di acquisto della moneta; e solo a condizioni di parità, non di soggezione e commissariabilità; e non certo in favore di soggetti come la BCE, autocratici, a proprietà e gestione private, non sottoposti a organi democratici nazionali o comunitari), con dirigenti esonerati da ogni responsabilità (art. 12 del protocollo SEBC).Vi è di peggio. Notoriamente, solo il 15% circa del denaro è denaro contante (M0, banconote + monete metalliche); il resto è credito, denaro scritturale, esistente solo come annotazioni della banca.Tutta questa enorme mole di denaro, che la banca crea prestando “denaro” ai suoi clienti (sconto, mutuo, anticipazione, scoperto etc.) apporta alla banca aumento di capitale e profitti. Ma soprattutto un aumento di potere, se si pensa che il sistema bancario privato, tra creazione di banconote e creazione di denaro scritturale, produce tutto o quasi il denaro circolante (solo gli spiccioli sono coniati dallo Stato), che può aumentarne o ridurne l’offerta, alzare o abbassare il t.u.s. – quindi ha il potere, non di rado esercitato, di produrre rapide espansioni e rapide contrazioni dell’economia.
Tutta questa creazione di denaro apporta al sistema bancario un pari reddito, detto reddito monetario o signoraggio. Un reddito che dovrebbe andare invece allo Stato, dato che la creazione di denaro è un atto sovrano.
È un atto sovrano perché chi (a costo nullo per sé, come avviene con la cartamoneta non convertibile) crea denaro e lo immette sul mercato, ossia lo spende, aumenta unilateralmente il proprio potere d’acquisto rispetto agli altri soggetti, può produrre rincari dei prezzi a carico di chi non ha il potere di creare denaro, e può produrre crisi economiche.
Tutto ciò premesso, e con riserva di fornire tutti i chiarimenti opportuni, la sottoscritta ADRIANA QUATTRINO in nome proprio quale cittadina italiana e
per conto del NUOVO PARTITO POPOLARE con Ppe.



CHIEDE :

Valutare se si configurino ipotesi di reato in quanto segue, e di procedere per la penale punizione dei colpevoli nonché e preliminarmente per richiedere gli opportuni sequestri di documenti cartacei e telematici, azioni, partecipazioni, valori mobiliari e immobiliari, nonché crediti, ai fini di:

a) assicurare la prova dei reati; b) impedirne la soppressione e l’inquinamento; c) impedire la continuazione dei reati; d) assicurare la solvibilità e

responsabilità nei confronti dello Stato e dei cittadini cui deve essere risarcito l’ingente danno cagionato con i comportamenti che si descrivono;


blocco della vendita e sequestro conservativo dei beni demaniali e di tutto il patrimonio mobiliare ed immobiliare dello Stato Italiano perchè di proprietà

del popolo sovrano.

FATTI E NORME

La Banca d’Italia, prima e dopo l’istituzione della Banca Centrale Europea, opera ed è partecipata in una sostanziale illegittimità rispetto alla legge costituzionale, penale e civile. I bilanci sono sistematicamente e oggettivamente contrari alla realtà economica, in quanto non indicano, nel conto economico di gestione, il reddito monetario; e in quanto indicano, nella situazione patrimoniale, tra le passività, il valore della cartamoneta circolante, sebbene questa non costituisca debito per la banca di emissione.
Per documentare quanto sopra, iniziamo dalle aberrazioni del bilancio della BCE, analoghe a quelle del bilancio della BdI. Riproduciamo qui di seguito,dal bilancio contenuto nel Rapporto Annuale della BCE per il 2004, lo stato patrimoniale e il conto economico di gestione. La voce Banconote in circolazione – 40.100.852.165 – è la massima voce del passivo, ed è pari alla massima voce attiva Crediti derivanti dall’allocazione delle banconote in Euro all’interno dell’Eurosistema – 40.100.852.165.
Essa risulta aumentata di oltre 5 miliardi nel corso dell’esercizio 2004.
Come si vedrà, dal conto economico di gestione risulta però una perdita di esercizio di € 1.636.028.702.
Se il bilancio 2004 fosse stato redatto conformemente alla realtà economico-giuridica, ossia alla inesigibilità verso la banca emittente delle banconote
emesse, la voce passiva “Banconote in circolazione” dello stato patrimoniale, di oltre quaranta miliardi di Euro, sarebbe stata soppressa, e si sarebbe
messa, nel conto economico, tra i ricavi, la posta “Sopravvenienza attiva € 40.100.852.165”; la quale porterebbe a un utile di esercizio di
€ 38.464.823.463 – utile da riportarsi nello stato patrimoniale in luogo della perdita.Anzi, l’utile di esercizio sarebbe molto maggiore, perché questa enorme variazione del patrimonio netto attivo porterebbe ricavi proporzionalmente maggiori (circa € 1.000.000.000 al t.u.s. del 2,5%) come
interessi attivi (e ciò non solo per l’anno 2004, ma anche per tutti gli anni precedenti in cui la voce passiva fasulla era presente).
Inoltre, tutto l’incremento annuale della massa di banconote circolanti – circa € 5.200.000.000 – andrebbe ad aggiungersi agli utili di gestione.
Si noti che, in questa riscrittura del bilancio, si sommerebbero, per l’anno 2004, alcune voci attive straordinarie (la sopravvenienza attiva del controvalore delle banconote circolanti e la conseguente sopravvenienza attiva degli interessi attivi per tutti gli anni precedenti al 2004), e alcune ordinarie, ossia destinate a ripetersi (gli interessi attivi o gli altri utili derivanti dal maggiore capitale netto; il profitto del signoraggio, ossia dell’emissione di nuove banconote).
La gigantesca somma delle passività inesistenti costituisce il valore non manifesto del patrimonio della BCE, quindi del patrimonio delle BancheCentrali che ne fanno parte. La quota competente alla Banca d’Italia, al netto, è € 4.796.563.485,84 – pari alla stima del patrimonio di Banca d’Italia come stimata nel proprio bilancio consolidato dalla sua partecipante Banca Popolare di Lodi.
Il bilancio della Banca d’Italia è fatto secondo i medesimi metodi che occultano reddito e “negano” cespiti patrimoniali.
Si fa presente che gli accordi del Sistema Europeo delle Banche Centrali riservano alla BCE l’emissione dell’8% della cartamoneta Euro, e il restante 92% alle Banche Centrali partecipanti della BCE, per quota. La Banca d’Italia emette in proprio, dunque, circa il 10% della emissione complessiva di Euro ossia, in base ai dati del su riprodotto bilancio della BCE, ha emesso nel 2004 € 6.500.000.000, che costituiscono sua vocevdi profitto, la quale come tale va dichiarata.

Voglia Codesto PM acquisire i bilanci tutti della BCE e della Banca d’Italia al fine di verificare, secondo quanto sopra esposto, se essi siano o non siano falsi e se ricorrano omissioni di appostazioni di profitti e/o attivi patrimoniali occultati mediante false appostazioni di passività inesistenti.
Questo stato di cose ha cagionato e cagiona gravi danni alla finanza pubblica, ai risparmiatori, ai lavoratori, ai contribuenti. Inoltre ha esautorato
lo Stato, lo ha indebitato fino alla quasi paralisi, e lo ha privato della sovranità in politica economica in favore di un potere privato sovranazionale.

REATI

Avvertendo che i principi in questione sono recepiti e confermati di ampia letteratura economica e giuridica, tra cui il saggio del Procuratore Generale della Repubblica dottor Bruno Tarquini e vari testi dell'avvocato Marco della Luna, i reati più gravi inerenti al sistema monetario sono quelli di eversione della Costituzione, commessi col trasferire il potere sovrano a organismi privati.

Attentato all’indipendenza dello Stato (art. 241 CP):

Questo reato potrebbe essere stato commesso da quei governanti che illegittimamente hanno donato la sovranità monetaria prima alla Banca d’Italia e poi alla BCE, e sottoponendo così la Repubblica al potere indipendente e sovrano di organismi privati e, il secondo, addirittura esterno alla Repubblica
stessa. La denominazione di “istituto di diritto pubblico” applicata recentemente alla Banca d’Italia è ingannevole e non cambia le cose: per quanto le norme statutarie siano formulate dallo Stato, la gestione e laproprietà sono totalmente autoreferenziali e private.

Attentato contro la costituzione dello Stato (art. 283 CP):

Questo reato potrebbe essere stato commesso da quei governanti che illegittimamente hanno concorso a istituire il sistema di dominio della finanza privata sullo Stato.

Peculato (art. 314):

Forse commesso da funzionari e ministri col donare soldi dei cittadini alle Banche Centrali in cambio di denaro il cui valore è dato dai cittadini enon dalle Banche Centrali. Il peculato potrebbe ravvisarsi nel fatto che il governo fa pagare allo Stato il denaro emesso a costo zero da una banca privata, senza alcuna necessità, o corrispettivo, con danno per lo Stato e vantaggio per i banchieri privati. Nonché nel fatto che l’esecutivo ha ceduto, mediante privatizzazioni, quote di società di capitali pubbliche (BPL,Credito Italiano, Banca Intesa) senza prima scorporare le loro partecipazioni nella Banca d’Italia, in violazione dell’art. 3 dello Statuto della medesima, nel testo del tempo,che proibisce le cessioni a privati di quote azionarie della BdI e prescrive che essa sia per la maggioranza in mano pubblica. Questa violazione, per la sua natura e per l’alto livello di consapevolezza, informazione e potere di chi l’ha compiuta, non può che essere intenzionale e pianificata, a danni dello Stato e a beneficio dei privati finanzieri.

Va inoltre valutata la ravvisabilità dei reati di falso in bilancio e di false comunicazioni sociali nelle operazioni suddescritte circa il reddito da signoraggio non dichiarato e la abusiva appostazione nella situazione patrimoniale di passività inesistenti.
In relazione al comportamento associato dei soggetti autori e beneficiari dei reati succitati, si può ipotizzare il reato di associazione per delinquere e anche l’applicabilità dell’art. 416 bis del Codice Penale, sul reato di Associazione di tipo mafioso 416 bis CP.

«[I]. Chiunque fa parte di un’associazione di tipo mafioso formata da tre o più persone è punito con la reclusione da tre a sei anni.

[II]. Coloro che promuovono, dirigono o organizzano l’associazione sono puniti, per ciò solo, con la reclusione da quattro a nove anni.

[III]. L’associazione è di tipo mafioso quando coloro che ne fanno parte [628 comma 3 n. 3] si avvalgono [629-bis] della forza di intimidazione

del vincolo associativo e della condizione di assoggettamento e di omertà che ne deriva per commettere delitti, per acquisire in modo diretto o indiretto la gestione o comunque il controllo di attività economiche, di concessioni, di autorizzazioni, appalti e servizi pubblici o per realizzare profitti o vantaggi ingiusti per sé o per altri ovvero al fine di impedire od ostacolare il libero esercizio del voto o di procurare voti a sé o ad altri in occasione di consultazioni elettorali.

[VI]. Se le attività economiche di cui gli associati intendono assumere o mantenere il controllo sono finanziate in tutto o in parte con il prezzo, il prodot-to o il profitto di delitti, le pene stabilite nei commi precedenti sono aumentate da un terzo alla metà.

[VII]. Nei confronti del condannato è sempre obbligatoria la confisca [240 comma 2] delle cose che servirono o furono destinate a commettere il reato e delle cose che ne sono il prezzo, il prodotto, il profitto o che ne costituiscono l’impiego (3).

[VIII]. Le disposizioni del presente articolo si applicano anche alla camorra e alle altre associazioni, comunque localmente denominate, che valendosi della forza intimidatrice del vincolo associativo perseguono scopi corrispondenti a quelli delle associazioni di tipo mafioso».
È vero che questi comportamenti di reato vengono compiuti da molti anni senza che vengano perseguiti, ma ciò non impedisce di perseguirli ora, perché in materia penale non esiste la desuetudine delle norme. È anche vero che è possibile che alcune delle persone che concorrono alla commissione di questi reati non siano consapevoli di come funziona il sistema e del fatto che ciò a cui collaborano è illecito, e che quindi non siano punibili perché in buona fede; ma i dirigenti delle banche e dei ministeri, i finanzieri, qualche ministro, non possono essere inconsapevoli di ciò che stanno facendo, perché è il loro mestiere.



In forza di tutto quanto sopraccitato, e in particolare a causa dell’entrata dell’Italia nell’Eurozona, lo Stato italiano è in via definitiva esautorato della
propria sovranità in materia di politica monetaria, fiscale e sociale – fatto paralizzante di tutta la Funzione Pubblica di uno Stato – a favore del
SEBC e della BCE e dei Mercati dei Capitali privati, nell’ambito di una struttura sovranazionale notoriamente impostata secondo un impianto ideologico
antisociale poiché Neoliberista, Neoclassico e Neomercantile. Si ricorda, fra i tanti esempi, che il governatore attuale della BCE, Mario Draghi, è
espressione di un inammissibile conflitto d’interessi essendo contemporaneamente membro del Group of 30, gruppo espressione delle oligarchie
bancarie speculative internazionali che proprio la BCE dovrebbe controllare e regolamentare;

2) che l’intera struttura monetaria dell’Eurozona (leggi Euro), prodotto dei succitati passaggi e del pensiero delle oligarchie speculative europee lungo un periodo di 75 anni almeno, ha consegnato l’Italia nelle mani del ricatto devastante dei Mercati dei Capitali finanziari, che oggi sono
l’unica fonte di approvvigionamento di moneta (Euro) per lo Stato italiano al posto della sua legittima sovranità di emettere moneta (Lira). Ciò
comporta la totale resa dello Stato ai voleri di codesti Mercati, che possono ricattare lo Stato con la privazione arbitraria dei finanziamenti essenziali
alla Funzione Pubblica italiana attraverso l’arma dell’innalzamento oltre ogni sostenibilità dei tassi d’interesse sui Titoli emessi dal nostro Tesoro, e
con l’innalzamento oltre ogni sostenibilità dello spread – azioni che hanno il potere di sospingere l’Italia a un default disordinato dalle catastrofiche
conseguenze sociali ed economiche. Risulta evidente come questo rappresenti in sé un’arma di minaccia e di controllo nelle mani dei Mercati dei
Capitali finanziari NON ELETTI dagli italiani impossibile da contrastare, quindi in grado di paralizzare ogni esercizio della sovranità parlamentare e governativa italiana, per cui ne deriva il totale azzeramento delle sovrane facoltà di Governo e di LIBERO esercizio della funzione legislativa
del Parlamento italiano.

Si evidenzia:

1)  che qià questo si delinea come un vero Colpo di Stato Finanziario ai danni dell’Italia e del suo popolo, scientemente appoggiato da un’intera classe

    politica italiana, fra cui Mario Monti in primis;

2)  che, ai sensi e per gli effetti delle norme del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea come integrato, da ultimo, dall’Europact,

     dai regolamenti cosiddetti Six-pack, e dal Treaty on Stability, Coordination and Governance in the Economic and Monetary Union, meglio noto

     come Fiscal Compact, in corso di ratifica, la Commissione Europea NON ELETTA dagli italiani – e notoriamente infiltrata della lobby finanziarie private

     (si legga sotto) – viene investita di poteri penetranti e di gestione sostanzialmente esclusiva della politica economica, fiscale e sociale italiana, che

    giungono sino alla diretta ingerenza in termini di “natura, portata e quadro temporale dell’azione correttiva da intraprendere” in caso di scostamento

    dello Stato membro dai vincoli insostenibili ed economicamente e socialmente distruttivi del Patto di Stabilità di cui già a Europact, six-pack e fiscal   

    compact;

3) che la suddetta Commissione europea, come già anche gli organi direttivi della BCE, è composta da membri nominati a titolo individuale, secondo

    una procedura che nulla ha di democratico;

4) che in tutto questo costrutto, l’unico organo che abbia fondamento democratico, il Parlamento Europeo, non ha avuto ruolo alcuno o, se previsto,

    fu del tutto inconsistente e limitato a una marginale funzione, di fatto e/o nella sostanza, e spesso comunque solo consultiva;

5) che numerosi esecutori del piano anti democratico di spoliazione delle sovranità monetarie e costituzionali dei Paesi facenti parte della UE e

   dell’Eurozona in particolare, fra cui il Presidente del Consiglio italiano Mario Monti e l’attuale Governatore della BCE Mario Draghi, sono o sono stati

   membri di gruppi di potere oligarchico di comprovata tendenza anti democratica Neoliberista, Neoclassica e Neomercantile come la Trilateral

   Commission, il gruppo Bilderberg l’Aspen Institute, il Group of 30;

6) che siffatto descritto esautoramento e sottrazione della sovranità popolare, unitamente al connesso esautoramento e sovvertimento

dell’ordinamento repubblicano e democratico costituzionalmente garantito, tutt’ora in corso di perfezionamento, è avvenuto, e continua a essere

attuato, in modo significativamente preordinato e colluso con le principali lobbies anti sociali dei poteri finanziari come il Business Europe,

la European Roundtable of Industrialists, il Liberalization of Trade in Services, il Transatlantic Business Dialogue e altri, con prepotente e sfacciata

violazione della Carta Costituzionale e dei principi fondatori della stessa;

7) che nei giorni dal 12 al 16 novembre 2011 il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha di fatto acconsentito che per mezzo del sopraccitato e
criminoso ricatto monetario di cui al punto

2) un Governo legittimamente eletto dagli italiani fosse deposto, che il Parlamento italiano fosse messo nelle condizioni di abdicare in toto alla propria sovranità e di acconsentire sotto minaccia da parte dei Mercati dei Capitali all’insediamento a Palazzo Chigi di un Presidente del Consiglio illegittimo ed espressione del volere oligarchico dei Mercati, portatore quindi in Italia di politiche economiche distruttive e criminose(si legga sotto);

così facendo il Presidente della Repubblica abdicava totalmente alle sue funzioni di estremo difensore dell’ordine costituzionale e democratico italiano; per tutto quanto sopra esposto, si propone formale denuncia affinché l’Autorità Giudiziaria competente, accertata la sussistenza del reato e identificati gli autori – in particolare nelle persone del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, del Presidente del Consiglio dei Ministri Mario

Monti, dei ministri in carica, dei membri del Parlamento che hanno votato le succitate misure di svuotamento democratico dello Stato italiano e della nostra Carta Costituzionale, ciascuno nelle persone attualmente e medio tempore in carica in relazione all’arco temporale interessato, nonché tutte le altre persone eventualmente coinvolte – lo persegua ai termini di legge per tutti i reati ravvisabili e, comunque, per quelli previsti dagli articoli:

241 c.p. attentato contro l’integrità, l’indipendenza o l’unità dello Stato; 270 c.p. associazioni sovversive;
283 c.p. attentato contro la Costituzione dello Stato;
287 c.p. usurpazione di potere politico; 289 c.p. attentato contro gli organi costituzionali;294 c.p. attentato contro i diritti politici del cittadino;
304 c.p. cospirazione politica mediante accordo;
305 c.p. cospirazione politica mediante associazione.

Con le aggravanti qui di seguito specificate:

a) che il costrutto criminoso di cui si parla è interamente volto al profitto di oligarchie private il cui preciso interesse è di distruggere le conquiste    

    democratiche, nel senso dei poteri sovrani di popoli e Stati, scaturite da oltre sue secoli di progresso umanistico e sociale in Europa.

    Tali oligarchie sono identificabili nei poteri neomercantili industriali in particolare di Francia e Germania, nell’industria della speculazione finanziaria degli

Hedge Funds europei e statunitensi, nei Vulture Funds europei e statunitensi, nelle maggiori banche d’investimento internazionali, nelle agenzie di

Rating, nelle multinazionali dei servizi europee e statunitensi, negli investitori cosiddetti “nuovi rentiers” che speculano sulla privatizzazione dei servizi

essenziali per i cittadini et al. b) che il costrutto criminoso di cui si parla ha portato e sta portando a un preordinato impoverimento di milioni di

famiglie, secondo le politiche oligarchiche cosiddette della Spirale della Deflazione Economica Imposta, meglio note ai cittadini come Politiche di

Austerità. Tali politiche sono denunciate ai massimi livelli dell’accademia e persino dalla massima stampa finanziaria come veri suicidi economici, le cui

conseguenze sono inenarrabili sofferenze umane di disoccupazione, sottoccupazione, scardinamento sociale delle nazioni, deterioramento della

salute, aumento del crimine, dei conflitti sociali, quindi deterioramento della democrazia costituzionale. I destini di milioni di esseri umani vengono

così criminosamente consegnati a un futuro di servitù per l’esclusivo profitto di oligarchie predatrici, configurandosi ciò in un vero e proprio

CRIMINE  SOCIALE CONTRO L'UMANITA' di proporzioni storiche.



 ADRIANA QUATTRINO presidente NUOVO PARTITO POPOLARE con Ppe.

ALA 12-12-12 

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