martedì 25 dicembre 2012

L'augurio di Di Pietro


L’unico augurio possibile: dimenticare l’agenda Monti

Buon Natale a tutti i cittadini onesti di questo Paese, che sono tantissimi anche se contano pochissimo. Chi se ne intende dice che questo è il Natale più triste nella storia della Repubblica italiana. Non si devono essere sprecati molto per capirlo: basta uscire per le strade e vedere cosa succede nei negozi.

E’ il bianco Natale che mette allegria, non certo questo Natale in bianco.
Il professor Monti, nella sua bella conferenza stampa di propaganda elettorale, si è ben guardato dal citare i dati che fotografano il Paese reale. Nemmeno Berlusconi il piazzista era mai arrivato a violentare così la verità, addomesticando le cifre e nascondendo i dati scomodi.
Visto che il professore è distratto, perché deve occuparsi della sua campagna elettorale, quei dati glieli ricordiamo noi. Il debito pubblico ha sfondato i 2000 miliardi di euro: in un anno ha accumulato 102,304 miliardi in più rispetto allo scorso anno. Peggio di quel che aveva fatto Berlusconi. Il Pil è calato del 2,4%, cioè sei volte di più di quello che aveva previsto il governo a inizio anno. Per il 2013 l’Ocse prevede un ulteriore calo tra l’1 e l’1,5%, quindi non dello 0,2 come avevano detto, nel paese della favole, Monti e Passera.
La produzione industriale è scesa del 5,2%: una catastrofe. La pressione fiscale è passata dal 42,5% all’attuale 44,7% e l’anno prossimo sarà al 45,3%. Non ci vuole un professore per capire che così non respirano né le famiglie né le imprese. E infatti il gettito IVA è diminuito del 2% secondo gli stessi dati diffusi dal governo. E i consumi sono precipitati del 4,8%. I salari sono cresciuti dell’1,4%, cioè stanno sotto all’inflazione dell’1,8%.
La disoccupazione è passata dall’8,5% dell’anno scorso al 10,8%, e tra i giovani si moltiplica fino al 36,5%. Secondo questi dati, i disoccupati in Italia sono diventati tre milioni. Però non tengono conto di chi il lavoro non lo cerca più, né dei cassintegrati, che sono circa 610mila. Per un totale di oltre un miliardo di ore di cassa integrazione nel 2012, con una perdita economica per ogni lavoratore di circa 5000 euro.
Sommando tutte le voci si arriva a 4,7 milioni di persone tra disoccupati reali e cassintegrati. Ma sono dati provvisori: nelle aziende in crisi sono a rischio immediato altri 300mila posti di lavoro. La conseguenza di tutto ciò ha un nome odioso che Monti, infatti, evita di pronunciare: povertà. Gli italianiin questo anno di agenda Monti hanno vissuto grazie ai loro risparmi, e ne hanno bruciato circa il 64%. Per il Censis due milioni e mezzo di famiglie hanno dovuto vendere oro e altri “gioielli di famiglia”. La Caritas dice che il 33,3% della popolazione ha dovuto ricorrere, in qualche modo, all’assistenza caritatevole. Secondo Save the Children il 22,6% dei bambini italiani è a rischio povertà.
Mi scuso per aver reso, con queste cifre, ancor meno lieto il Natale a chi mi legge ma credo che, se vogliamo farcela, dobbiamo guardare in faccia la verità e non nasconderla come faceva Berlusconi e continua a fare Monti. Oggi la realtà ha un brutta faccia: quella di una recessione che è già quasi depressione, quella dell’assenza di speranza per milioni e milioni di persone. C’è un solo modo per iniziare a risalire la china ed è cestinare l’agenda Monti e ricominciare con il progetto che ci vede al fianco di Antonio Ingroia. Oggi, senza allegria, io e l’Italia dei Valori possiamo solo augurarvi e augurarci che per il Natale prossimo di quell’agenda, che ha seminato solo povertà e disperazione, si sia perso anche il ricordo. Auguri sinceri a tutti.

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