sabato 1 dicembre 2012

Il piano di Chicago rivisitato


Riceviamo e volentieri pubblichiamo.
Come eliminare il Debito Pubblico e il Signoraggio Bancario e tornare alla Sovranità Monetaria

Eliminare il debito pubblico in un colpo solo e così dire basta alla Spending Review (revisione dei conti) e ai tagli di bilancio che colpiscono le fasce più deboli della popolazione si può!
Voi vi chiederete come sia possibile scardinare questo stato di cose che sembra, al meno a detta di dotti luminari e tecnici, inevitabile. Ebbene sono stati proprio due economisti del Fondo Monetario Internazionale (FMI), Jaromir Benes e Michael Kumhof e svelarci l’arcano di questa misteriosa crisi che sembra dovuta a un destino inevitabile.
Loro hanno chiamato il frutto del loro studio, contenente una proposta rivoluzionaria e ‘scandalosa’, “The Chicago Plan Revisited”; in sintesi la ‘bacchetta magica’ consisterebbe nel fare una legge semplice semplice ma che sovvertirebbe l’attuale sistema in cui sono le banche private a creare denaro dal nulla: “Tu banca vuoi lucrare sul prestito di denaro?
Prima devi dimostrare di averlo davvero, fisicamente, quel denaro prima di prestarlo. Troppo comodo farselo dare dalla Banca Centrale, che ha come ruolo quello di fabbricalo dal nulla, per poi taglieggiare famiglie, aziende e interi Stati, imponendo interessi esorbitanti”.
E’ inutile dire che questo dossier irrompe come una bomba sul sistema capitalistico mondiale che sta vivendo una crisi in realtà irreversibile, contrariamente a quello che ci vogliono far credere. Il debito globale è arrivato all’esorbitante somma di 200 trilioni di dollari (200.000 miliardi), mentre il Prodotto Interno Lordo (PIL) del Mondo intero non arriva a 70 trilioni.
Tradotto: il debito mondiale è pari al 300% del suo PIL. Di qui la sortita ‘eretica’ di questi due economisti all’indomani dell’ultimo rapporto del FMI che punta il dito sulle politiche di Austerity mirate a ridurre il debito pubblico, politiche che ‘potrebbero’ portare alle recessione tutte le economie dei Paesi più sviluppati in quanto taglieggiano al capacità di acquisto dei cittadini eliminando così il ‘famoso’ (una volta) ceto medio.
Ma se questa corsa alla privatizzazione dei servizi pubblici e al loro depauperamento al solo fine di far ‘cassa’ non servirebbe, almeno a detta di un’importante istituzione quale il FMI, e il problema del Debito Pubblico persisterebbe in quanto in realtà Debito Privato della finanza mondiale, come lo si può risolvere? Semplice, basta cancellarlo con un click sul computer!
“The Chicago Plan Revisited” è una rivisitazione del vecchio “Chicago Plan” elaborato durante la Grande Depressione degli anni ’30 dagli economisti Irvin Fischer ed Henry Simons della Chicago University; anche loro si chiedevano come cancellare il Debito Pubblico e come soluzione proposero la sostituzione dell’attuale sistema in cui sono le banche private a creare il denaro, ritornando al vecchissimo sistema nel quale era lo Stato a farlo, cioè a prima che il re inglese Carlo II, nel 1666, mise nelle mani private il controllo del denaro disponibile.
In soldoni se i prestatori sono costretti a detenere il 100% delle riserve proprie a garanzia di depositi e prestiti, perdono l’esorbitante privilegio di creare denaro dal nulla, e la nazione riguadagna il controllo sulla disponibilità di denaro.
Guarda caso questa riforma di Carlo II portò in breve tempo ad uno sviluppo economico compulsivo aprendo la strada alla rivoluzione agricola e subito dopo a quella industriale facendo fare al ‘mondo occidentale’ un balzo economico mai visto; ma ora le cose stanno arrivando alla fine, come sempre succede!
In questo studio del FMI i due giovani economisti mettono nero su bianco una verità mai pudicamente svelata e cioè che non è la Banca Centrale a controllare la creazione del denaro ma in realtà sono le banche private, almeno fino al 95-97%, e lo fanno attraverso i prestiti, in quanto di questi le banche ne possiedono una minima parte e la restante parte se lo fanno prestare da un’altra banca, o dalla Banca Centrale, attraverso un giro perverso di denaro ‘nominale’ o ‘fittizio’.
Nel sistema attuale infatti la banca non è obbligata ad avere riserve proprie, se non per una frazione minima di quello che presta; ma in questo modo ad ogni denaro creato dal nulla corrisponde un debito equivalente e in un sistema chiuso quale è quello del Pianeta Terra alla lunga questo produce un aumento esponenziale del Debito; cioè la ricchezza non viene più redistribuita come in passato ma si arriva ad un punto tale che sono solo in pochi a beneficiare e sempre di più; per spiegarci meglio: in uno stagno chiuso alla fine sono solo i pesci più grossi a restare in vita, eliminando quelli più piccoli!
Ed è per questo che il sistema è arrivato al collasso.
La soluzione a questo problema è quindi quella di imporre alle banche di prestare solo cifre coperte da riserve reali in questo modo i prestiti sarebbero interamente finanziati da riserve, ovvero dai guadagni accantonati, e gli istituti di credito  non potrebbero più creare nuovi depositi dal nulla.
“Generare profitti attraverso i prestiti, senza però disporre realmente di una riserva di denaro, è un privilegio straordinario ed esclusivo, negato agli altri business”, dicono i due economisti.
Di fatto la banca centrale verrebbe nazionalizzata, divenendo una branca del Ministero del Tesoro, mentre ora fa capo a banche private; nazionalizzandola l’enorme debito si trasformerebbe in credito e le banche private diventerebbero dei semplici intermediari creando una vera ricchezza; lo Stato si trasformerebbe da ‘debitore’ a ‘creditore’.
L’originario “Chicago Plan” non divenne mai legge, a dispetto che  a caldeggiarlo furono ben 235 economisti accademici, compresi Milton Friedman e l’inglese James Tobin, padre della Tobin Tax, la tassa sulle transazioni finanziarie, per l’opposizione delle lobby bancarie, le stesse che ora minacciano una durissima resistenza per una proposta che “vorrebbe dire cambiare la natura stessa del capitalismo occidentale”.

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