Polemiche e critiche (e voci sui possibili candidati centristi, tra cui l'ipotesi di vedere in pista in ministro dell'Interno Annamaria Cancellieri, subito smentita con una nota dal Viminale) nel "day after" il debutto - con qualche attrito interno, - della nuova formazione politica guidata dal premier uscente Mario Monti, incardinata sul varie anime (Udc, Fli, Italia Futura, associazioni di area, vari "ex" di altri partiti). Tra i primi a censurare le scelte del Professore il leader Pdl e candidato premier Silvio Berlusconi, che ha esternato a più riprese la propria ostilità al nuovo soggetto politico.
Berlusconi (Pdl): «Nuova coalizione ruota di scorta del Pd»
In mattinata, nel corso di in una intervista televisiva, Berlusconi ha inizialmente sottolineato come la nuova coalizione punta a «fare da ruota di scorta del Pd», continuando la politica di austerità «che ha portato l'Italia in queste condizioni». Quanto alla decisione di «assumere il ruolo di leader della coalizione dei partitini del centro», questa comporta per Monti «una caduta di credibilità rilevante». Più tardi, pressato dai giornalisti, l'ex premier ha spiegato: «C'è stata una grande delusione credo da parte di tutti, una grande caduta di credibilità del personaggio. Le promesse da marinaio sono un bel viatico per chi vuole avere la fiducia degli elettori».
Le critiche dell'ex premier: «Pochi voti per Lista Monti»
«Io penso che questa coalizione tra Fini, Monti e Casini sia stata fatta proprio per favorire la sinistra», ha sottolineato nel pomeriggio Berlusconi conversando con i giornalisti nell'atrio della Stazione Centrale di Milano, dopo essere sceso dal Frecciarossa con cui era partito in mattinata dalla Capitale. «Io non credo che gli italiani cadano in questo tranello, soprattutto gli elettori moderati», ha proseguito l'ex presidente del Consiglio, aggiungendo che la nuova coalizione prenderà sicuramente «Pochi voti, secondo tutti i sondaggi».
«Se vinciamo commissione sui fatti legati all'arrivo di Monti»
Tra le dichiarazioni di Berlusconi, anche l'annuncio di una commissione parlamentare di inchiesta, nel caso sia chiamato a fare il premier, per indagare sui fatti che nel novembre scorso portarono al suo passo indietro per lasciare spazio a Monti: «In quel momento c'é stata una vera e propria congiura e noi, vincendo, instaureremo subito una commissione per esaminare quei fatti». Per Berlusconi, la nascita del governo Monti «è stata una manovra finanziaria e politica». Per quale motivo - si chiede l'ex premier - «Fini ha lasciato il partito di cui era co-fondatore, praticamente il numero due, il mio successore, per passare con l'opposizione e finire per raccogliere adesso l'uno per cento con un partitino politico? Si deve scavare per capire quali sono state le motivazioni».
Nessuna replica da Monti, in vacanza "low profile" a Venezia
Da parte sua, il presidente del Consiglio dimissionario ha preferito non replicare alle critiche del centrodestra: a Venezia per una breve vacanza privata con i familiari e i nipoti, il Professore ha scelto di tenere un basso basso profilo, anche nella scelta dell'albergo e del ristorante. Monti ha infatti pranzato all'Hostaria Da Franz a Castello, sestiere popolare (menu degustazione 'Laguna' a partire da 35 euro a persona). Per l'alloggio, la scelta è caduta sulla Pensione Villa Maravegie (delle meraviglie): 27 camere tra cui una suite, con all'interno anche pezzi artistici di valore.
Attriti interni Passera-Udc
Nel pomeriggio di ieri, quando il il Professore si è posto ufficialmente alla testa dei centristi, si è registrata anche la distanza tra quanti puntavano ad una lista unitaria per entrambe le Camere, guidata dal ministro dello Sviluppo Corrado Passera, e chi sosteneva le ragioni delle liste separate, in primis il leader Udc, Pier Ferdinando Casini, in compagnia del ministro Andrea Riccardi (Cooperazione) e del presidente di Italia Futura, Luca Cordero di Montezemolo. La conferenza stampa serale del premier ha poi confermato il prevalere della linea Casini: per la Camera, Monti e la sua Agenda saranno il minimo comun denominatore di più liste espresse dalle diverse formazioni centriste affiancate da una Lista civica espressione della società civile selezionata direttamente dal Professore. Un modo, questo, per sfruttare ancora una volta il richiamo elettorale dello scudocrociato (simbolo Udc), contando sul doppio dei candidati ma anche di maggiore spazio in tv per la campagna elettorale. Al Senato, in campo ci sarà invece una sola lista unitaria che dovrebbe chiamarsi "Agenda Monti per l'Italia".
Casini (Udc): «Nessuna lite con Passera»
«Da oggi si apre una fase di responsabilità, basta con la demagogia e le false promesse. Vogliamo dare quel surplus di solidarietà e di socialità che é necessario», Pier Ferdinando Casini, leader Udc, apre il day after il debutto della nuova colazione centrista guidata dal premier uscente - che vede il suo partito una delle colonne portanti del progetto - con parole che rispecchiano la mission degli ex democristiani: «Monti ha chiesto integrazioni sull'agenda. Noi le faremo entro martedì su due punti fondamentali: socialità e famiglia. Il rigore non può essere disumano». Casini ha poi smentito che vi sia stata una lite con Corrado Passera nella riunione di ieri. «Lui la pensa così e ha motivazioni da vedere con gradissimo rispetto, ma francamente é una delle persone che stimo di più e che mi sono più amiche. Quando ho letto dello scontro Casini-Passera mi sono messo a ridere».
I "renziani" del Pd: «Interlocuire con Agenda Monti»
A poche ore dalla presentazione, la "Lista Monti per l'Italia" produce reazioni anche negli altri schieramenti. Alcuni dei "renziani" del Pd più sensibili all'Agenda del Professore (i parlamentari Stefano Ceccanti, Antonio Funicello, Paolo Gentiloni, Paolo Giaretta, Claudia Mancina, Alessandro Maran, Enrico Morando, Magda Negri, Umberto Ranieri, Giorgio Tonini e Salvatore Vassallo) sollecitano infatti il partito, in una lettera al Corriere della Sera, a «interloquire con l'Agenda Monti, inserendo nel programma di governo - a base della candidatura alla premiership di Bersani - le scelte essenziali» a partire dall'Europa e da fisco, lavoro e riforme. Unica strada, sottolineano, «Per vincere le elezioni e governare stabilmente l'Italia».