lunedì 17 dicembre 2012

Dio stramaledica i servi di Bankenstein


Debito pubblico

Il DEBITO PUBBLICO ha ragioni plurime e per la sua riduzione sono necessarie RISORSE INGENTI, insieme a una maggiore SENSIBILITÀ e responsabilità CIVILE, in un circuito virtuoso di formazione all’etica della cittadinanza e ai doveri di solidarietà e di inclusione sociale, per promuovere crescita economica e sociale per il bene comune, attraverso il contenimento e l’ottimizzazione della spesa e il ripristino di un sistema fiscale equo.

      La Proposta ARDeP si fonda sulle seguenti proposte:
1. Promuovere l’informazione e la cultura sul debito pubblico (entità, cause, effetti), e realizzare una formazione di base e continua centrata sui diritti e doveri di cittadinanza, anche fiscale, sviluppando sinergie tra dicasteri (MIUR, MEF…), Istituzioni (Agenzia Entrate, GDF, …) e Società Civile, per uno Stato/Repubblica dal volto umano, orientato al bene comune e alla convivenza civile e democratica, che riconosca e garantisca i diritti inviolabili delle persone, richiedendo i doveri di solidarietà sociale e convincendo il Paese a credere in se stesso attraverso un nuovo “patto sociale” tra istituzioni e cittadini che rilanci partecipazione democratica, fiducia istituzionale, responsabilità sociale e civile.
2. Approvare una Riforma fiscale in senso costituzionale (art. 53) per:
2.1.  garantire l'equità fiscale aumentando la progressività del prelievo tributario (anche attraverso l'aumento del numero delle aliquote e delle relative fasce di reddito imponibile) e diminuendo le aliquote IVA per i beni e i servizi essenziali;
2.2.  sconfiggere l'evasione fiscale attraverso:
- l'aumento della deducibilità dalla base imponibile delle spese, rilevanti ai fini di una corretta determinazione della capacità contributiva di ciascuno;
- la revisione degli attuali criteri di determinazione forfettaria del reddito;

- l’attivazione di un contrasto di interesse tra consumatore/fruitore e venditore/erogatore attraverso l'introduzione della fiscal – card, sul modello utilizzato dallo Stato Autonomo di San Paolo del Brasile ed esteso di recente anche ad altri Stati;

- il contrasto del fenomeno della c.d. “esterovestizione”, (fittizia localizzazione all'estero della residenza fiscale di una società) anche mediante l'utilizzo delle intercettazioni come strumento di indagine;
- il rientro di tutti i redditi percepiti – a prescindere dalla loro provenienza – nella base imponibile da tassare (eliminazione della cedolare secca su affitti, della tassazione separata dei risparmi e delle attività finanziarie, fatta eccezione per i titoli di Stato; sostituzione di tutte le attuali forme di tassazione attraverso il nuovo sistema ).

3. Istituire una imposta patrimoniale straordinaria sui   grandi patrimoni (mobili e immobili), con aliquota personale congrua. Si tratta di stabilire per ciascun titolare del patrimonio una ben calibrata aliquota, mettendo a confronto il patrimonio detenuto con lo storico dei redditi dichiarati al fisco nel più lungo arco di tempo consentito dal sistema informativo dell’anagrafe tributaria. Bisogna prevedere un criterio di calcolo dell’imposta di successione e donazione basato sullo stesso principio.
4. Utilizzare il patrimonio pubblico per garantire le emissioni di titoli di stato riservate al sistema Italia per l'abbattimento del debito pubblico di 2 punti percentuali (40 mld anno); incentivarne l’acquisto da parte di cittadini e famiglie italiane; inseguire i fondi che gli italiani detengono illegalmente all’estero, offrendo la possibilità di contribuire in forma “patriottica” alla messa in sicurezza del Paese. Inoltre, occorre garantire attraverso il patrimonio pubblico il rimborso dei titoli di Stato acquistati e detenuti dalle famiglie italiane.
5. Ridurre, razionalizzare e rendere più trasparenti i costi della politica attraverso:
5.1. la riduzione del numero dei membri del Parlamento e del Governo Nazionale, degli Organi degli Enti Territoriali e Locali e delle Società partecipate;
5.2. il dimezzamento dell’indennità attualmente in vigore corrisposta ai parlamentari, equiparandola a quella percepita dai Sindaci dei Comuni capoluogo;
5.3. il dimezzamento dei contributi per le spese di funzionamento attualmente corrisposti ai gruppi parlamentari di Camera e Senato e l’introduzione dell’obbligo di rendicontazione e di pubblicazione delle spese sul sito web di ogni gruppo;
5.4. il divieto di cumulo di indennità o emolumenti derivanti da cariche ricoperte in più organismi.
6. Effettuare un riesame generale delle finalità dell'Amministrazione pubblica e delle sue modalità organizzative ed operative, al fine di combattere efficacemente corruzione e sprechi; eliminare e ridurre quegli enti e quelle funzioni, con i relativi costi, che non abbiano più ragione di esistere o che rappresentano soluzioni non più efficaci.
Inoltre l'ARDeP ha promosso e sostiene iniziative per:
7. Dare la possibilità di noleggio delle opere d'arte di proprietà dello Stato o degli enti locali inutilizzati e giacenti nei magazzini museali (Disegno di legge);
8. Recuperare i sussidi inutili o improduttivi alle imprese (Proposta Giavazzi) e possibilità di trasformare i contributi a fondo perduto diretti alle imprese in credito d’imposta;
9. Armonizzare, uguagliare e semplificare i criteri di calcolo del costo effettivo del credito, concesso per qualsiasi finalità ed a qualsiasi soggetto, e completare l’adozione delle direttive comunitarie;
10. Istituire nuove modalità di prescrizioni mediche per dosi e non per confezioni, intervenendo direttamente nei confronti delle case produttrici che lavorano per il sistema sanitario pubblico.
Ritengo che tutte queste iniziative siano lodevoli in quanto dimostrano che vi è da parte dei Cittadini una particolare attenzione al problema fiscale, considerato che alla fine se il sistema non funziona la penalizzazione per le proprie tasche è rilevante.
La prima cosa, però che si dovrebbe fare, di cui pochi parlano, è quello di processare tutti i Capi di Governo e i Ministri dell’economia che nel tempo hanno concorso a creare questo debito pubblico, che non possiamo di certo pagare noi con i nostri magri stipendi e pensioni irrisorie.
Ci avevano promesso con l’introduzione dell’euro, che con la nuova moneta:
  • sarebbe diminuito il debito pubblico;
  • la nuova moneta non sarebbe stata svalutata;
  • non ci sarebbero state più manovre straordinarie a carattere finanziario, le cosiddette stangate.
Falsi, ipocriti e bugiardi! Ci hanno fottuto due volte: dapprima ci hanno dimezzati stipendi e pensioni, poi ci hanno super tassati. Ma il debito pubblico continua a salire.
CIALTRONI! Ed hanno pure il coraggio di ripresentarsi e di chiedere il nostro voto!
Che Dio li stramaledica!
Roma, 12 dicembre 2012
Antonio Pappalardo

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