martedì 31 luglio 2012

Signoraggio, inganno mondiale

Signoraggio, inganno mondiale
o stratagemma economico?

L’economia mondiale è al collasso. Le cause del disastro sono molte. Ma un aspetto criptico del sistema economico, che ha contribuito clamorosamente a portarci nelle condizioni attuali, è il famigerato “signoraggio”

L’economia mondiale è al collasso: borse in picchiata, risparmi degli investitori in fumo, posti di lavoro a perdere in grande quantità, Stati che fanno bancarotta, tessuto sociale che si sfalda, salvo effimere e sporadiche giornate di ripresa. Sembra una vera apocalisse economico/sociale, sebbene alcune oasi nel deserto paiano resistere. Ma siamo sicuri che le cose non potrebbero (o avrebbero potuto…) andare diversamente?
Le cause del disastro, preconizzato da diversi studiosi già anni fa, sono molte e di certo non sono da imputare ai cittadini comuni, troppo spesso ignari delle regole della realtà economica in cui vivono. Un aspetto criptico del sistema economico, che ha contribuito clamorosamente a portarci nelle condizioni attuali, è il famigerato “signoraggio”. Per capirlo dobbiamo fermarci un momento e chiederci: cos’è il denaro? Aristotele sosteneva che il denaro fosse un mezzo di quantificazione per effettuare scambi commerciali, essendo impraticabile il baratto. Questo il pensiero filsofico “classico” sull’argomento. Per tanto, denaro come strumento di misura, non come bene di consumo: il rapporto denaro-merce è corretto, il rapporto denaro-denaro è speculazione e soprattuto danneggia la società, rendendola improduttiva e trasformando il denaro stesso in un bene da ricercare. È qui che nasce la moderna finanza speculatrice: se guadagno denaro dal denaro, i conti, in un modo o nell’altro, non possono tornare.

La parola “signoraggio” deriva dal franco-provenzale “senhoratge”, derivazione di “seigneur”, in italiano “signore”: ciò descriveva una caratteristica medievale per cui i feudatari d’Europa cercavano di rendersi indipendenti dall’egemonia dei rispettivi sovrani, attribuendosi sia il diritto di battere moneta, sia la titolarità dei redditi che sarebbero derivati da essa. Ecco quindi che il signoraggio storicamente è definibile come l’insieme dei redditi dovuti all’emissione di moneta. La macroeconomia (disciplina che studia un sistema economico complesso ed articolato) spiega che il signoraggio rappresenta i redditi che un governo ottiene grazie alla possibilità di creare una base monetaria in condizioni di monopolio. Ma i sostenitori della teoria del complotto del signoraggio credono altrimenti: non sono i popoli a beneficiare del reddito da emissione di moneta (visto che sono i cittadini di una nazione a produrre la ricchezza di quella stessa nazione), ma gli “azionisti” della banca. Se è vero che il diritto di signoraggio è il potere del “signore” di emettere banconote con un valore nominale ampiamente superiore al valore “intrinseco”, quindi di ricavandone un guadagno dalla sovranità sulla moneta, perché dovrebbe fare ciò una banca privata? Solitamente oggi gli Stati moderni hanno una banca centrale che stampa le banconote: tutto normale se le banche centrali fossero di proprietà pubblica. Banca d’Italia è, come da Legge Bancaria del 1936, un Istituto pubblico. Ma secondo i teorici del complotto del signoraggio, la nostra banca centrale, poiché membro attivo della Banca Centrale Europea (Bce), si maschera da ente pubblico, fungendo da privato. Secondo i complottisti, la Banca d’Italia sarebbe per il 95% appartenente ad enti privati: solo un 5% rimarrebbe a carattere pubblico (testimonianze dirette si trovano al sitowww.signoraggio.com e sui testi di riferimento quali “Euroschiavi” di Miclavez-Della Luna o ancora “Polli da spennare” sempre di Della Luna). In tal caso, la morale della favola sarebbe molto difficile da digerire: per emettere moneta, l’apparato pubblico (il popolo “sovrano”) s’indebita con la banca, dovendole l’interesse di signoraggio. Perciò, ogni popolo è debitore a prescindere e per la sola ragione di nato in quel Paese. Questo sistema non farebbe altro che generare debito non appena la moneta viene messa in circolazione: è come se 100 euro costassero 102,50 per gli interessi immediatamente maturati. Tutto da dimostrare ufficialmente, ma le prove a favore della tesi del complotto sembrano piuttosto fondate. Infine, Aristotele aveva ben compreso e spiegato che il denaro deve rimanere solo uno strumento di misura, un parametro di commercio, affinché la società umana non degeneri. Ma forse il precettore di Alessandro Magno non è stato ben inteso…

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