venerdì 6 luglio 2012

La schiavitù è un diritto ?


Contro il potere della finanza mondiale. La soluzione c’è: stato del lavoro…
di Umberto Bianchi - 05/07/2012
Fonte: mirorenzaglia
Strano mestierquello dei politici nostrani, a cui, nonostantlbellparole, i seriosi richiami alla responsabilità, i continui peana sull’intoccabilità del verbo della carta costituzionale, vienconcesso di dirtutto ed il suo contrario senza chnulla accada, anzi.
Così, una distratta ministra Fornero ci fa una sparata sulla non esistenza del diritto al lavoro, rettificata da una ancor più vergognosa dichiarazione, secondo la qualtaldiritto andrebb“conquistato”, lasciando così prefiguraruno scenario ideologico del tutto in contraddizioncon la giusta e normallogica della carta costituzionale, per cui, quello al lavoro dovrebbrappresentarun diritto “naturaliter” innato, consustanzialeall’umana natura e non il dono di una qualchcapricciosa volontà superiore.

Grave, gravissimo il silenzio di un’intera classpolitica, oramai dimostratasi totalmenteasservita ai desiderata dei poteri forti supernazionali ed ai quali non sa daralcuna risposta seria, chnon sia l’opportunistico ed ipocrita balbettio di chi sa di averla fatta troppo grossa edentro di sé non sa comuscirne.
Mai comstavolta, i poteri forti ed il Mondialismo in genere, hanno agito con talsfacciata arroganza e sicumera, giustificata dalla già citata resa finaldegli establishment politicieuropei ai superiori interessi della finanza e dell’economia. Ridicoled illusorile“minaccette” del PdL alfanesco, sul continuo e sfacciato utilizzo della fiducia allcamere.
Altrettanto ridicoled illusorilsparatindei Bersani, dei Fassina e dellvariCamusso su una riforma del lavoro alla cui realizzazionhanno contribuito loro in primis, appoggiando defacto un esecutivo targato Goldman Sachs. Ridicollvariopposizioni, frammentate, confusambivalenti, ora comnon mai. I Vendola, i Di Pietro e i Di Liberto, nel ruolo dellebellstatuine, con un’opposizioncorredata dall’inizialappoggio a Super Mario, poi fatta a colpi di bei proclami a cui ha solo fatto seguito il fatto concreto di voler crearun’asspolitico privilegiato con il PD.
Per non parlardella Lega che, dopo lultimvergognosvicendchnhanno trasformato l’algido e stentoreo volto di paladino celtico, in una italianissima maschera di Pulcinella, tra storidi Trotraccomandate, fondi tanzaniani e quant’altro, si trova più chemai adagiata su un fianco in attesa della mazzata finale.
chdirdi Grillo? E’ innegabilla giustezza dellistanzdel movimento creato dal comico genovese, ancora in una fascaratterizzata da incertezza dovuta all’estemporaneità dell’iniziativa che, proprio perché fondata sul carisma di una sola persona, rischia un pericoloso avvitamento su sstesso, finendo sul binario morto di un qualunquismo dalla brevdurata.
Il fatto è che, al di là di tutti i proclami su una presunta modernizzaziondell’Italia, nei desiderata del ministro Fornero e dell’intera squadra montiana, c’è la solita, trista ed asfittica Italietta, in cui al già presentostacolo costituito dal sottobosco di raccomandazioni sulla via di una qualsivoglia professione, ora snaggiungerà uno chcostituirà il vero e proprio “deus ex machina” dellraccomandazioni: quella di trovarlavoro, di poter mangiare, poiché “il lavoro non è un diritto”, corredato dal solito slogan oramai semprpiù sulla bocca di tutti i vari padroncini arroganti “tanto possiamo faranchsenza di te”.
Alla faccia, dunque, di meritocrazia e libera iniziativa. In questo, il verticdi Bruxelles, altro non è stato chla dimostrazionsu larga scala di talinfammalsana arroganza. Comin una commediola dal saporpassatista, si rivivono i contrasti tra blocchi nazionali ( ora, peresempio, Italia e Francia contro Germania, Belgio ed altri…), nel nomdi giochetti di contabilità, dimentichi della natura sistemica della crisi in atto. Né l’istituziondegli Eurobond, né il “Fondo salva-stati” possono alcunché, contro quello chagli occhi di tutti si sta rivelando uno scaltro gioco di ricatto e di usura effettuati sulla pelldei popoli europei.
La soluzionesiste, eccome. Contrariamentallsparatdei Napolitano e dei Monti, quella dell’Euro e del circo equestrdi Bruxelles non è una realtà ineluttabile, una sorta di diktat  monoteista, né è detto chsi debba morirdi spread, borse, nel nomdi una folled insensata privatizzaziondell’esistenza. Scardinaril circo equestra regia nord americana di Bruxelles si può, eccome. A cominciardalla nazionalizzaziondellBanchCentrali, passando attraverso l’adoziondi una doppia circolazionmonetaria, sino alla radicalerevisiondegli accordi GATT ed all’adoziondi autonompolitichdi bilancio ed intervento dello stato nei singoli contesti nazionali, guardando semprpiù a Russia, Cina, Iran, Venezuela, Corea del Nord piuttosto chad USA, Gran Bretagna ed Israele, nel nomedell’autonomia politica e decisionaldi ogni nazione.
Scardinarsi può, eccome, basta avernla volontà. Per questo, oggi più chmai, (chiarito il fatto chl’unico vero nemico è la Globalizzaziondi stampo occidentale, con tuttlsuericadutpolitiche, economiche, culturali, etc.) è necessario addiveniralla creaziondi un “frontamplio” dellrealtà antagonistin cui la diversità dellesperienzcostituisca il propellentatto a determinarla spinta al cambiamento. L’uniono, quantomeno, il coordinamento dellvariscuoldi pensiero non può non passarattraverso la rielaborazionla rivisitazionnecessaria determinarquei nuovi parametri di pensiero in grado di costituirla testugginideologica da contrapporralla Globalizzazione. La lezionedei passati totalitarismi può, in questo, esserilluminante.
Lo Stato può e devtornara ricoprirun ruolo etico, nel suo compito di rieducazionemobilitaziondellmasse, senza però assumerlvesti di un asfissianted onnipresenteMoloch, grazianchalla nuova presa di coscienza chdall’ultimo quarto di secolo in poi, si è venuta formando grazia tutti quei movimenti chsi richiamano al localismo, al federalismo o al bio regionalismo. La stessa analisi marxista sulla conflittualità socialeassiemal concetto di alienazione, può farsi utilmetafora per meglio inquadrared organizzarla lotta agli aggregati ed ai gruppi sociali chpresiedono all’aziondel Globalismo, senza per questo ricadernella trappola di un omologanted utopico pauperismo.
Del pari, gli stimoli determinati dall’irrazionalismo vitalista e dal suo omologo e contrario spiritualismo tradizionalista, debbono esserassunti qualspinta ed incentivo a fruirdella vita e della realtà circostante, al pieno dellpossibilità determinatdalla propria individualità, imperniando però talazionsu un nucleo fortdi valori.
Tutto questo, però, senza portarall’esasperato e superomistico individualismo anarcoidné alla settaria chiusura nellmalinconich“torri d’avorio” tanto cara certi ambienti tradizionalisti. Lo stesso termin“capitalismo” dovrebbsubiruna rivisitazioned una piùesatta e funzionalcollocazione, per i quali sarebbperò necessario svolgerun lavoro a parte. Ci basti  però saperchuna cosa è l’incontrollato accumulo ed accaparramento di risorsfinanziarie, altro è una libera iniziativa in economia chpermetta all’individuo di poter fruirdi sangratificanti soddisfazioni economichspirituali, senza scadernella follealienaziondi una società unicamentlegata al trend dellborsed alla mitopoietica della pubblicità televisiva.
Mai l’arroganza del capitalismo, sorretta dalla follidea della privatizzaziondella mercificaziondell’umana esistenza è arrivata a tanto. Per questo, oggi più chmai, è necessario saper ritrovarla capacità di saper tradurrlelaborazioni ideologichin prassi politica, tenendo però ben presentla dinamica sociologica chdevsovrintendera questo generdi azione, non più demandabilalla solipsistica ed auto celebrativa aziondi qualchecapetto o allaspirazioni poltronaidi qualchbastardo fallito che, nella politica vuoltrovarela propria fontdi sostentamento economico.
La situaziondella post modernità, in cui listanzpolitichdell’antagonismo non riescono a tradursi nell’immediato in un’unica forma di “praxis” politico ideologica, a causa dello scenario di molteplicfluidità dellistanze, tipico della post modernità, ci suggeriscono una strategia chparta dall’azionideologico-programmatica di un vero e proprio arcipelago di equipes di paretiana memoria a cui dovranno farriferimento altrettanti gruppi operativi, preferibilmenteprovenienti dal mondo dell’associazionismo.
Il motivo conduttorè quello dello scardinamento del capitalismo globale, partendo proprio dal suo primo e più deboltassello: l’Europa. Contrariamenta quello chsi potrebbepensare, i poteri forti d’Oltreoceano tengono molto alla stabilità del sistema Euro e del circoequestrdi Bruxelles. Qualunqucolpo alla sua stabilità si ripercuoterebbnegativamentesugli “assett” finanziari determinati dalla stretta interrelazionpropria del capitalismo globale.
Per questo sputtanare, denunciare, smascherare, è, oggi più chmai, fondamentale, accanto ad un continuo lavoro di elaborazione. Rielaborazioncontroinformazione, senza alcun compromesso con lforzcollaborazionistdel Globalismo, di destra o sinistra cheesssiano. Per quanto assurdo possa sembrare, quanto testè detto dalla Fornero dovrebberenderci felici, poiché nel gettardefinitivamentla maschera di ipocrita buonismo tipica della melassa culturaltardo-progressista, ci fornisca tutti un ulteriorpiù marcato incentivo per imprimerun colpo di acceleratoralla lotta al Mondialismo ed a tuttlsuespressioni.

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