mercoledì 6 giugno 2012

L'ad di S&P Italia indagata per favoreggiamento


ECONOMIA
05/06/2012 - La Stampa

L'ad di S&P Italia indagata
per favoreggiamento

Sotto inchiesta anche la sede
di New York e l'ex presidente

TRANI
Non solo l’ex presidente di Standard & Poor’s Deven Sharma, a cui pochi giorni fa è stato notificato l’avviso di conclusione delle indagini: ora nel registro degli indagati della procura di Trani sono finiti anche la sede di New York dell’agenzia di rating e il nome dell’amministratore delegato per l’Italia di S&P, Maria Pierdicchi.


La posizione di quest’ultima, indagata prima per manipolazione del mercato ora per favoreggiamento, è stata inviata per competenza territoriale alla procura di Milano. Per la sede newyorchese di S&P il pm Michele Ruggiero ipotizza l’illecito amministrativo delle persone giuridiche in relazione alle condotte tenute dai cinque indagati a cui è stato notificato l’avviso di conclusione delle indagini, atto che solitamente prelude alla richiesta di rinvio a giudizio. Oltre a Sharma, lo hanno ricevuto l’attuale responsabile per l’Europa dell’agenzia di rating, Yann Le Pallec, e tre analisti senior del debito sovrano che firmarono i report: Eileen Zhang, Frank Gill e Moritz Kraemer. I cinque sono accusati di manipolazione del mercato pluriaggravata e continuata in relazione ai quattro report sull’Italia diffusi tra il maggio 2011 e il gennaio 2012. Giudizi che - secondo l’accusa - hanno portato a «destabilizzazione dell’immagine, prestigio e affidamento creditizio dell’Italia sui mercati finanziari», ma anche all’ indebolimento dell’euro e a un «deprezzamento» del valore dei titoli di Stato italiani. Tutto realizzato - contesta la pubblica accusa - attraverso «una serie di artifici» che avrebbero «cagionato alla Repubblica italiana un danno patrimoniale di rilevantissima gravita».

Ora il pm Ruggiero vuole accertare il ruolo avuto dalla sede statunitense di S&P nel declassamento del rating del debito sovrano dell’Italia. Infatti, nell’avviso di fine indagine si fa riferimento a quattro date chiave (venerdì 20 maggio 2011, venerdì primo luglio 2011, lunedì 5 dicembre 2011 e venerdì 13 gennaio 2012) contestualizzando i report dell’agenzia e gli effetti che hanno avuto sul mercato. L’accusa è quella di «aver posto in essere una serie di artifici» tanto nell’elaborazione quanto nella diffusione delle comunicazioni. In particolare, secondo il pm, l’agenzia utilizzò in fase di elaborazione dei rating dell’Italia «analisti (non identificati) inesperti e incompetenti». Poi decise di fare comunicazioni ai mercati in modo «selettivo e mirato» in relazione «ai momenti di maggiore criticità della situazione politica economica italiana». Ipotesi accusatorie che sarebbero rette da numerose intercettazioni telefoniche. Per questo il magistrato il 31 maggio scorso ha consegnato il documento anche alla Consob: l’autorità dei mercati dovrà ora valutare una eventuale sospensione dell’attività di Standard & Poor’s in Italia. Ma non basta. Dopo aver chiuso il primo filone dell’inchiesta, e prima di concludere quello relativo alle presunte responsabilità di Moody’s e Fitch, il pm Ruggiero ha inviato alla procura di Milano, per competenza territoriale, la posizione dell’ad per l’Italia di Standard & Poor’s, Maria Pierdicchi. Il top manager, inizialmente indagata - si è appreso oggi - per concorso in manipolazione del mercato, è ora accusata di favoreggiamento personale degli analisti indagati. Ha - secondo l’ipotesi accusatoria - aiutato gli analisti indagati ad eludere le indagini in corso. L’iscrizione nel registro degli indagati è avvenuta dopo che Pierdicchi è stata ascoltata dal pm di Trani il 30 gennaio scorso. All’epoca era una semplice testimone. «Riteniamo che le accuse riportate siano prive di ogni fondamento e non supportate da alcuna prova», ribatte Standard & Poor’s: «continueremo a difendere strenuamente le nostre azioni e la reputazione della società e delle nostre persone».

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