venerdì 11 maggio 2012

Suicidi per Equitalia, aggressioni, scontri

Suicidi per Equitalia, aggressioni, scontri: il Paese si ribella


Altri due suicidi, un tentato suicidio, scontri a Napoli, aggressioni a Milano, un pacco bomba a Roma: gli italiani sull'orlo del precipizio

11/05/2012
Altri suicidi per Equitalia 
Rivolta a Milano e Napoli










L'Italia è sul punto di esplodere. Una giornata di suicidi, pacchi bomba, proteste, scontri. Gli italiani sembrano aver raggiunto il punto di non ritorno. Equitalia, i debiti, la crisi economica. Motivi che sommati sono emersi tutti assieme in questo venerdì di maggio. 
Due suicidi in poche ore - Non riusciva più a trovare lavoro e gli erano arrivate bollette e cartelle esattoriali che non sapeva come pagare. Sarebbero questi i motivi che hanno spinto Giovanni Vancheri, un idraulico di 54 anni, a darsi fuoco nella sua auto. Il suicidio è avvenuto a San Cataldo, in provincia di Caltanissetta. E sempre oggi un imprenditore del settore impiantistica, Giuseppe Rennola, di 46 anni, di Molfetta, si è tolto la vita impiccandosi ad un albero del podere di alcuni parenti. A determinare la decisione pare sia stata la sua situazione economica: l'imprenditore avanzava diversi crediti da enti pubblici che non riusciva ad esigere, anche se fino ad oggi era riuscito ad assicurare lo stipendio ai suoi dipendenti. Negli ultimi tempi sembra che alcune banche gli avessero negato aiuti. Forse l'uomo, si ipotizza, temeva che ben presto non sarebbe riuscito più ad andare avanti con la sua attività.
Un tentato suicidio a Torino - Oppresso dalle tasse, un imprenditore di 73 anni di Torino ha cercato di togliersi la vita stamattina, sparandosi un colpo di pistola alla testa nel suo ufficio. Mario Trombone è ora ricoverato in gravissime condizioni all'ospedale Cto del capoluogo piemontese ed è stato sottoposto ad un intervento chirurgico per l'estrazione del proiettile. In un biglietto lasciato ai familiari, l’imprenditore ha scritto di volersi suicidare perché non sapeva più come mandare avanti la sua azienda di facchinaggio così com'era “oppresso dalle tasse”.

Equitalia sotto tiro - Milano e Napoli, divise su tutto, da sempre. Unite e accomunate dalla pazienza esaurita dei propri cittadini. E le due piccole capitali economiche italiane si sono ribellate a Equitalia. Proteste, cortei, scontri e aggressioni in una giornata segnata dall'odio nei confronti dell'Agenzia. Questa mattina nella città partenopea una manifestazione organizzata contro Equitalia è sfociata in scontri tra il corteo e le forze dell'ordine davanti alla sede di corso Meridionale. Dopo i sette suicidi registrati in Campania a causa della crisi, circa 200 persone si sono date appuntamento . Uno striscione recitava "Chiudere Equitalia subito". I manifestanti hanno trascinato cassonetti al centro della strada e urlano "Assassini". Poi il lancio di pietre e le cariche della Polizia. Si registrano una decina di agenti e un ragazzo feriti negli scontri. 
Anche Milano non ne può più - A Melegnano, invece, due ispettori di Equitalia sono stati aggrediti. I due malmenati non avrebbero riportato gravi lesioni. È accaduto in uno studio di commercialisti nel milanese, quando per motivi ancora non noti un imprenditore edile, presente nello studio dei fiscalisti, ha cominciato a prendere a calci uno dei due ispettori.
Pacco bomba a Roma - Un pacco bomba è stato inviato alla direzione generale di Equitalia in via Grezar a Roma, zona Eur. Il pacco conteneva poca polvere pirica ed era senza innesco. Secondo quanto si è appreso dagli investigatori, la busta non poteva esplodere perché non c’erano innesco né fili che potessero renderla esplosiva. Lo scorso dicembre un pacco bomba vero era esploso nella sede centrale, in via Millevoi, ferendo a un amano il direttore, Marco Cuccagna. L’attentato, in quell’occasione, fu rivendicato dal Fai, la stessa sigla che ha rivendicato oggi l'agguato contro Adinolfi. 
Disperazione nel Lazio - La Digos di Viterbo ha fatto irruzione nell'abitazione di un piccolo imprenditore residente in un paese della provincia che, poco prima, con una telefonata alla sede Uil aveva annunciato che si sarebbe recato all'Agenzia delle Entrate di Viterbo, armato di pistola, e avrebbe ucciso gli impiegati. "Prima che mi rovinino del tutto ammazzo qualcuno di loro". Nella casa dell'uomo, perquisita dalla forze dell'ordine, non sono state trovate armi.

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