mercoledì 16 maggio 2012

Importanti dichiarazioni di Vegas, presidente Consob

Ho posseduto Vegas

dal blog di byoblù 

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Democrazia Claudio Messora Byoblu Byoblu.com

 Ieri ho fatto un discorso al Mercato Finanziario. Ho posseduto per alcuni istanti Giuseppe Vegas, presidente della Consob, intento a parlare davanti al presidente della Repubblica, davanti al Vice Presidente del Senato, davanti al Governatore e ad altri simpatici caratteristi. Alla fine non si ricordava niente, ma tutti gli altri lo hanno sentito distintamente affermare: 

« In un mondo sempre più globalizzato diventano più stretti e meno agevolmente tracciabili i legami fra i mercati e gli intermediari bancari. L’innovazione finanziaria può essere positiva, ma legislatori e autorità hanno il dovere di evitare che si trasformi in un meccanismo che brucia i risparmi delle famiglie.

 La crisi fa vacillare le nostre certezze. Il livello di benessere, l’equità sociale, il futuro delle nuove generazioni sono messi in discussione. Occorre domandarsi tuttavia se ciò dipenda da una condizione reale o se, come ci ricorda Epitteto, "quel che turba gli uomini non sono le cose, bensì i giudizi che essi formulano intorno alle cose".

 Le nostre paure sono sintetizzate in un numero, che oggi è rappresentato dallo spread. Lo spread si basa sui fondamentali dell’economia. Tuttavia incorpora un giudizio di valore sintetico e soggettivo che, spesso, li travalica. In molti paesi europei va crescendo l’insofferenza nei confronti della ‘dittatura dello spread ’, vista come ostacolo alle aspirazioni dei popoli. I cittadini non accettano di pagare per scelte su cui non sono chiamati a decidere. Affidare il nostro futuro a un numero costituisce anche un modo di abdicare ai nostri doveri. I nostri doveri discendono anche da un fondamentale diritto: quello di partecipare democraticamente all’assunzione delle decisioni che ci riguardano. E lo spread, che dipende in sostanza dalle scelte di un soggetto invisibile, il mercato, attribuisce ogni potere decisionale a chi detiene il potere economico, nei fatti vanificando il principio del suffragio universale.»

 Subito dopo, esaurita la ricarica del tempo di possessione (il possession-time), sono uscito dal corpo di Vegas. Napolitano lo guardava monitante. Lui, invece, sorrideva convinto.

 Entriamo tutti nel corpo delle più alte cariche istituzionali. E' la nuova frontiera del dissenso. Ognuno ne scelga uno. La Carfagna non vale.

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