sabato 24 marzo 2012

Il governo salva-Bankenstein


Il governo accoglie richieste delle banche
Tornano le commissioni sui prestiti

Via libera al decreto dal Consiglio dei ministri:
cancellato l'azzeramento delle commissioni

Giusepe Mussari
ROMA - Tornano le commissioni bancarie sui prestiti cancellate via emendamento dal decreto liberalizzazioni. Ma con un "tetto" trimestrale dello 0,5%. Si accende contemporaneamente un "faro" sul credito erogato, soprattutto alle piccole e medie imprese. E questo controllo sarà esercitato da un Osservatorio al quale parteciperanno Bankitalia e il ministero dello Sviluppo.
Osservatorio che potrà, ad esempio, chiedere a una banca di riesaminare il dossier di richiesta di credito di un cliente e questo nonostante una prima pronuncia già negativa.

Il decreto. Sono queste le novità varate oggi dal Consiglio dei ministri dopo un lungo braccio di ferro tra Governo e Parlamento (su chi doveva intervenire) in seguito alla scelta del presidente dell'Abi, Giuseppe Mussari, di rimettere il mandato proprio per protesta contro - come la definì - «l'imposizione di prezzi amministrati». Il governo corregge dunque il tiro del Parlamento (le clausole che introducevano le commissioni furono cancellate con un emendamento della senatrice del Pd, Anna Rita Fioroni, ndr) ma ne approfitta anche per ribadire quanto già scritto nero su bianco in un Odg approvato alla Camera.

Le pmi. La maggioranza chiedeva infatti al governo di adoperarsi affinchè in Europa «siano promossi» prestiti in favore delle pmi. E il dl varato oggi punta su questo: «in adempimento all'ordine del giorno si prevede l'introduzione di meccanismi di monitoraggio dell'accesso al credito, con particolare riguardo alle pmi. La misura viene incontro all'esigenza avvertita nel tessuto produttivo, e in particolare da parte delle piccole e medie imprese, di rendere più efficienti le procedure di erogazione dei finanziamenti da parte delle banche. A tale scopo, si è delineato un tipo di verifica non invasiva su questa fondamentale attività bancaria, prevedendo l'istituzione di un ufficio pubblico, tecnicamente qualificato. L'osservatorio, che si avvarrà delle strutture ministeriali già esistenti, eserciterà le seguenti competenze: può attivarsi per richiedere, se ve ne sono gli estremi, un riesame da parte della stessa banca di sue decisioni negative; può formulare raccomandazioni volte a migliorare i processi di verifica del merito del credito, in relazione agli specifici contesti in cui operano le singole filiali; può segnalare all'Autorità per la concorrenza ipotesi di intese o pratiche concordate, se ne riscontra gli indizi».

La collaborazione della Banca d'Italia. Sono stati inoltre disciplinati «il potere di richiedere informazioni alle banche e la possibilità di avvalersi della collaborazione della Banca d'Italia. Via libera del Consiglio dei ministri al decreto legge sulle commissioni bancarie sugli affidamenti, azzerate dal decreto liberalizzazioni approvate ieri dalla Camera.Un ordine del giorno al provvedimento approvato da Montecitorio chiedeva al governo di cancellare la norma, furiosamente osteggiata dalle banche, e di ripristinare la situazione precedente. Il decreto approvato oggi recepisce l'ordine del giorno e cancella la norma.

L'Idv: ennesimo, vergognoso decreto salva-banche. «I partiti di maggioranza hanno fatto a gara per asciugare le lacrime dei vertici dell'Abi, con il benestare del governo che ha approvato l'ennesimo, vergognoso decreto salva-banche: le commissioni bancarie che erano uscite dalla porta rientrano dalla finestra». Lo afferma il Capogruppo dell'Italia dei Valori in Commissione Finanze al Senato, Elio Lannutti. «I prestiti bancari - aggiunge - sono già ben retribuiti da tassi di interesse ai limiti dell'usura, ma evidentemente i tecnici hanno ceduto ai ricatti dei banchieri che continuano a ricevere 'paccate' di miliardi della Bce. Ripristinare le commissioni bancarie, con la sola preghiera di trasparenza per gli istituti di credito protetti dalla mancata vigilanza di da Bankitalia, è l'ennesimo schiaffo alle famiglie e alle imprese strozzate dal mancato accesso al credito e da costi di gestione dei conti correnti tra i più alti d'Europa. Se l'Abi canta vittoria, ancora una volta sono le forze produttive del Paese ad essere messe in ginocchio da Governo e maggioranza che - conclude Lannutti - trovano sempre il modo di tutelare i poteri forti e inasprire le vessazioni a danno dei consumatori».
Venerdì 23 Marzo 2012 - 17:50    Ultimo aggiornamento: 22:52

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