lunedì 27 febbraio 2012

Italia: banche assetate di liquidità Bce


L'operazione LTRO "siglerà la fine del sostegno sotto forma di liquidità assicurato al settore bancario italiano. Nella situazione post-LTRO, riteniamo che il mercato si concentrerà di nuovo sugli utili core e sulla redditività delle banche; e le banche italiane sono vulnerabili" sotto questo punto di vista. 

Parla così Paola Sabbione, analista presso Deutsche Bank, due giorni prima della seconda operazione LTRO, con cui la Banca centrale europea, così come ha fatto a dicembre, metterà a disposizione nuovi finanziamenti a favore delle banche e a tassi particolarmente bassi. Il tutto avverrà, come l'altra volta, attraverso un'asta. 

Secondo quanto riportato da Bloomberg, più di 60 tra banche locali e cooperative hanno emesso una somma superiore a 2,8 miliardi di euro sotto forma di titoli garantiti dallo stato; l'Italia ha approvato infatti a dicembre una misura che consente al Tesoro di garantire i titoli che vengono emessi dalle banche: questo, al fine di ottenere i prestiti dalla Bce. 

Anche per questa grande trepidazione, i tassi sui titoli italiani a breve scadenza hanno segnato oggi un forte calo. Certo, l'esito dell'asta dei Bot è stato confortante, in quanto ha messo in rilievo l'ennesimo calo dei rendimenti dei bond governativi a sei mesi e anche a 295 giorni.

Tuttavia, se il tasso a due anni è arrivato a scivolare fino al 2,693%, ovvero al minimo dall'aprile del 2011, è anche perchè il mercato sa che le banche italiane stanno per ricevere un altro aiuto sostanzioso da parte della Bce.

"Sospetto che questo mercato (dei bond italiani) stia anticipando una partecipazione significativa al LTRO (letteralmente long-term refinancing operation), e l'arrivo di fondi che saranno parcheggiati nella parte più vicina della curva italiana", commenta in una intervista a Reuters Richard McGuire, strategist di Rabobank. 

La scorsa settimana, un sondaggio di Bloomberg ha rivelato che le banche europee potrebbero arrivare a chiedere prestiti a due-tre anni per un valore complessivo di 470 miliardi di euro. Ma Reuters parla di una cifra che potrebbe salire fino a 492 miliardi. 

I buy sui titoli di stato a breve termine non solo italiani ma anche spagnoli si spiega proprio con le attese sulla partecipazione delle relative banche (di Italia e Spagna) alla seconda maxi iniezione di liquidità della Bce. 

I soldi erogati alle banche, infatti, verrebbero utilizzati sia per sostenere le finanze degli istituti, sia per fornire cash da destinare successivamente all'acquisto dei bond periferici. Non è un caso che i tassi italiani a due anni siano scesi di più del 3% dallo scorso 23 dicembre, rendendo tra l'altro la curva dei rendimenti dei bond italiani più ripida di più di 100 punti base. 

Alta è dunque la trepidazione per dopodomani, mercoledì 29 febbraio; Federico Ghizzoni, numero uno di Unicredit e Enrico Tommaso Cucchiani, amministratore delegato di Intesa SanPaolo hanno già dichiarato agli inizi del mese che le loro banche parteciperanno all'imminente operazione. E anche Mediobanca ha reso noto che parteciperà all'asta Bce, chiedendo 4 miliardi di euro. 

COSA AVVERRA' NEL DOPO LTRO?
"Una ulteriore iniezione di liquidità a basso costo con la seconda operazione di LTRO potrebbe non essere sufficiente a sostenere il recente rally che ha interessato i mercati dei bond periferici dell'Eurozona", scrive oggi un articolo del Wall Street Journal, riportando le dichiarazioni di diversi analisti.

"Siamo scettici su un ulteriore duraturo impatto positivo sugli spread dei debiti sovrani, in questo momento", commenta Rainer Guntermann, strategist della divisione del reddito fisso presso Commerzbank. Che poi aggiunge di non prevedere un "balzo di rilievo negli asset rischiosi a meno che le richieste non superino in modo significativo le previsioni e si attestino, per esempio, oltre gli 800 miliardi di euro". 

Charles Diebel di Lloys Bank Corporate Markets, poi, pur stimando una forte domanda da parte delle banche nell'asta di dopodomani, compresa tra 500 e 700 miliardi di euro, sottolinea che esiste "qualche rischio di prese di beneficio" sui titoli di stato interessati.

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